Alcuni buoni motivi per convincere le piccole e medie imprese ad investire su un blog e lasciar perdere Facebook

In scrittura.org scriviamo contenuti per blog e pagine sociali di alcune grandi aziende italiane e di molte piccole e medie imprese. La nostra esperienza ci ha insegnato che le PMI non hanno quasi mai risorse a sufficienza per sviluppare una presenza efficace su entrambe le piattaforme.

Sono quindi costrette a scegliere, e dovendo scegliere preferiscono investire su Facebook, perché lo ritengono un mezzo in crescita,  dove “sta la gente“. E dove c’è la gente c’è certamente anche qualche potenziale cliente.

Il ragionamento potrebbe sembrare di buon senso, intuitivo, ma in realtà non ha una base teorica solida. Piuttosto segue le mode del momento e risente della spinta di molti pseudo-consulenti che per ragioni di convenienza preferiscono “vendere” alle aziende la gestione della presenza su Facebook.

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Il blog crea un rapporto esclusivo con il lettore. Facebook genera poco coinvolgimento.  (Hopper, Stanza a NY)

Procurarsi “mi piace” a pagamento, scrivere post senza pretese e associargli qualche foto è relativamente facile. Altra cosa è elaborare una strategia di lungo periodo per un blog che richiede competenze trasversali, professionalità, tempo e impegno.

L’obiettivo di questo articolo è dimostrare che, con poche risorse a disposizione, per una Pmi è meglio investire su un blog che su Facebook.

Facebook è di Zuckerberg,  il blog è vostro

Di chi sono le cose pubblicate su Facebook? Sono vostre, certamente. Ma cosa succederebbe ai vostri contenuti faticosamente prodotti, se Facebook sparisse da un momento all’altro? E delle migliaia di fan che vi siete procurarati in un modo o l’altro? Cosa resterebbe di tutto questo investimento di tempo e soldi?

Facebook non morirà mai“, penseranno in molti. Forse, certamente non morirà nel 2015,  ma nel lungo periodo potrebbe essere sostituito da qualche altro social network. Se vi pare impossibile che accada, ricordatevi che si diceva la stessa cosa di Second Life e MySpace. Pensate alla lenta agonia di Yahoo! ad esempio. Il web, seppur giovane, è già un cimitero pieno di creature che sembravano immortali.

Anche volendo prevedere una lunga e gloriosa vita per Facebook, resta l’incognita della propria presenza su Facebook, Twitter e gli altri social network. Come è già successo, Fb potrebbe decidere che la vostra pagina è spam, non legale, con contenuti offensivi e buttarvi fuori senza possibilità di opporsi. Da un giorno all’altro, tutta la vostra rete di persone scompare. Ed è in quel momento che vi accorgete che di loro non possedete neanche una e-mail.

Questa incertezza sul medio e lungo periodo è, secondo noi, il motivo principale per preferire un proprio blog aziendale a Facebook. Ma anche se non fosse così, anche se Zuckerberg in persona vi assicurasse che Facebook resterà in eterno e che la vostra pagina non sarà mai “bannata“, resterebbe sempre il problema di quanto è realmente  utile investire su Facebook e non sul blog. Vediamo.

I gattini sono più forti di voi

Quando pubblicate un post su Facebook, se siete fortunati viene visualizzato dal 20% circa delle bacheche. Se avete 1500 fan e gestite bene la vostra pagina, forse  lo vedranno in 300. Di questa piccola percentuale solo una parte noterà il vostro post perché sui social network i vostri contenuti sono in concorrenza con quelli di altre aziende, amici, giornali, pagine varie.

Dovete combattere contro video di alieni, notizie di disastri, post sui complotti, litigate sulla politica e notizie sulla fine del mondo.

Per quanto i vostri contenuti siano interessanti, vi assicuriamo che saranno sempre meno appetibili del video di un gattino batuffoloso che si fa accarezzare la testa e fa le fusa.

Dei 1500 fan di partenza, forse arriverete agli occhi distratti di circa il 10%. Di questi quanti cliccheranno sui vostri link? Date un occhio alle vostre statistiche e ve ne accorgerete.

Stare su Facebook

Questo ci porta a fare una piccola digressione secondo noi molto utile. Le persone non “stanno” su Facebook: le persone su Facebook (e sugli altri social) ci passano, velocemente e senza molto impegno. Vanno a curiosare e se trovano qualcosa di interessante cliccano e vanno via. Facebook non è un luogo di approfondimento: è un’attività distratta, non profonda, che richiede alle persone poco impegno cognitivo.

Stare su un blog

La vera sfida di un’azienda si gioca nel momento in cui l’utente esce da Facebook e arriva sulla pagina web del sito. È qui che si ha la possibilità di offrire al lettore, faticosamente conquistato, contenuti interessanti,  scritti in modo chiaro, efficace, professionale, non noiosi.

Solo qui c’è lo spazio, il tempo e gli strumenti per creare questo tanto decantato engagement, il coinvolgimento dell’utente nell’insieme dei valori che l’azienda vuole comunicare.

Con un blog si può tentare di ricreare, tra utente e testo, quello speciale rapporto di approfondimento che si ha con i libri (di carta o digitali), con gli articoli delle riviste e con tutto ciò che ci interessa e ci appassiona. E che ci resta in testa quando abbiamo finito di leggere. 

Non tutti sono su Facebook

Forse può sembrare strano, ma non tutte le persone usano Facebook o Twitter. In Italia sono 25 milioni circa, di cui 17 milioni visitano il loro profilo almeno una volta al giorno. Mancano all’appello 35 milioni di italiani. Mentre un blog può essere cercato e trovato da tutti, una pagina Facebook no.

Se qualcosa è gratis, il prodotto sei tu

Apparentemente Facebook e Twitter sono gratis. Questo è un vantaggio immediato per  la vostra azienda ma in realtà, come recita un modo di dire del marketing, “se qualcosa è gratis il prodotto sei tu“.

Questo vuol dire che state pagando in altri modi. I dati sui visitatori sono di Facebook non vostri. Chi sono, da dove arrivano, come si comportano, cosa si aspettano, non lo saprete mai.

Cose che potreste sapere con un blog e un qualsiasi software di analitycs. La gratuità inoltre spinge i social network a cercare di monetizzare la piattaforma. Come? Come ha già fatto Facebook togliendo visibilità organica ai post e costringendo le aziende a comprare annunci.

Questa è una tendenza irreversibile. Facebook vuole guadagnare e le tasche a cui sta guardando sono le nostre.

Ma ci sono molti altri motivi che dovrebbero spingervi a investire su un blog aziendale e non su una pagina Facebook.

Un blog aiuta la Seo, Facebook no

Un blog soddisfa la richiesta continua di contenuti freschi che è uno dei criteri che Google usa per decidere il posizionamento di un sito web.

Gli status passano, i post restano

La vita di uno status o di un tweet si misura in secondi, quella di un post in anni. Un articolo ben scritto continuerà a svolgere il suo silenzioso compito per molto tempo certificando la vostra presenza sul web, quindi la vostra reputazione e credibilità.

Voi pagate, Facebook guadagna

Facebook fa marketing con i vostri contenuti che vi richiedono tempo e soldi per essere prodotti. Con il blog, gli stessi contenuti fanno marketing, ma per voi.

Aumentate la vostra autorità, non quella di Facebook

Pensateci bene: inserendo in ogni punto del vostro sito il link a Facebook, acquistando post sponsorizzati o semplicemente creando contenuti, voi state lavorando per Facebook. Per renderlo un posto più aggiornato, pieno di cose più o meno interessanti, dove la gente ama ritrovarsi. State (stiamo) aumentando la visibilità, la forza e l’autorità di FB a scapito della vostra.

Il tempo e i soldi dati ai social network sono tempo e soldi tolti a noi stessi e ai nostri progetti.

Sfruttate Facebook, con intelligenza

Anche se potrebbe non sembrare così, questo non è un articolo contro Facebook e gli altri social network. Considerateli come uno strumento pubblicitario, un megafono per far sapere a più persone le cose che sapete fare. Usate Facebook come spazio per parlare con i vostri clienti attuali o potenziali, ascoltare i loro bisogni e dare delle risposte concrete.

Usate i social network per quello che sono: uno spazio in affitto, una casa o un ufficio di proprietà di qualcun’altro dove non resterete per tutta la vita. Non è roba vostra: abbiatene cura, fate la manutenzione ordinaria, ma il mutuo fatelo pagare al proprietario.