Scrivere titoli di pagine web che significhino qualcosa per le persone

La qualità dei titoli riduce il tasso di abbandono di un sito web

Le ricerche sulle abitudini dei visitatori dicono che gli utenti decidono se rimanere o abbandonare un sito web entro i primi 8 secondi di visita. La scelta dipende da molti fattori, ma in questi primi secondi l’attenzione dell’utente cade esclusivamente sul titolo del testo. In base a questo decidono se proseguire o abbandonare. Ora la domanda è: cosa significa scrivere un buon titolo. Ecco alcuni suggerimenti per scoprire se i vostri titoli stanno facendo il loro lavoro.

Un buon titolo contiene le parole chiave (non solo per la Seo)

Prima di tutto, il titolo contiene le parole chiave con cui le persone hanno fatto la ricerca. Questo è importante per il posizionamento, ma non è di questo che vogliamo parlare ora. Ci interessa di più l’esperienza dell’utente senza curarci del valore Seo di un titolo.

Ad esempio, se un utente ha cercato hotel+Roma o ha cliccato su un annuncio che parla di Hotel a Roma, le parole hotel e Roma devono essere nel titolo della vostra pagina. La motivazione è semplice: il web, nonostante i motori di ricerca siano ormai molto selettivi, è ancora un posto pieno di roba inutile. Le persone, quindi, temono sempre di essere capitati sulla pagina sbagliata e quindi se trovano un titolo che promette cose distanti da quelle che stanno cercando, abbandonano la pagina. Lo spam ha fatto è continua a fare molti danni.

Niente titoli criptici

Giochi di parole, titoli con doppi e tripli significati, sono la gioia di chi scrive ma non sempre quella di chi legge. Per gli stessi motivi indicati in precedenza, il lettore potrebbe credere di essere finito nella pagina sbagliata. Non bisogna mai credere che ci si possa concedere giochi di parole perché poi tutto sarà più chiaro leggendo il testo della pagina. Come abbiamo visto, molte persone arrivano a stento al titolo, figuriamoci al corpo del testo. L’unico azzardo che ci si può permettere è un sottotitolo esplicativo che illustri i contenuti dell’articolo in presenza di un titolo non immediato.

Promettete un vantaggio

Oltre a essere collegato con la ricerca fatta dall’utente, il titolo deve indicare un vantaggio. Questa è una regola che vale sempre quando si scrive per la comunicazione aziendale. Promettere un beneficio è il modo più “semplice” per costringere il lettore ad interessarsi ai vosti testi. “Promettete”, diceva Johnson, uno dei primi copywriter della storia. “Una grande promessa è l’anima di un annuncio pubblicitario”. La promessa di un vantaggio è una sirena a cui è difficile resistere. Prima di abbandonare la pagina il lettore si chiederà: e se fosse proprio qui l’occasione che sto cercando? Il prodotto che costa meno? Il migliore sul mercato?

Niente pubblicità, per favore

Il titolo deve promettere un vantaggio ma senza sembrare un annuncio pubblicitario irrealistico. La differenza principale tra i media tradizionali ed Internet sta nel modo di accesso alle informazioni. Il web è l’unico mezzo di comunicazione in cui è l’utente a cercare la pubblicità cliccando su banner o annunci: tutti gli altri sono mezzi che si subiscono. La Tv interrompe la partita, la radio la serie di canzoni, i giornali mettono immagini vicino agli articoli.

L’utente del web è geloso della propria indipendenza: quando arriva sulla vostra pagina cliccando su un annuncio o facendo una ricerca con delle parole chiave sta già confrontando i risultati con altre pagine già visitate o che visiterà. In ragione di questi compirà delle azioni, quindi non forzatelo, non ha senso: è lui che sceglierà. Se sente puzza di pubblicità, sente puzza di inganno. “La nostra è la migliore auto del mondo” è un titolo pubblicitario. “La nostra auto fa 35 km con un litro” è un titolo che informa e vende.

Non fidatevi del “Tasso di abbandono”

Un tasso di abbandono molto elevato non necessariamente significa che il vostro sito non funzioni. Nell’analizzare i dati ci vuole un po’ di buon senso. Prima di tutto, ogni sistema di statistiche ha un tempo prefissato al di sotto del quale considera un un utente un non soddisfatto. Di solito questo tempo è 30 secondi; quindi, chiunque esca dalla pagina prima dei 30 secondi è considerato un lettore che sta scappando via. In realtà, non sempre è così perché in 30 secondi si possono fare tante cose. Se l’utente che arriva sulla vostra pagina la abbandona subito, può significare, ad esempio, che ha trovato subito l’informazione che gli serve. Se la pagina su cui arriva l’utente ha solo il compito di indirizzarlo verso altre pagine del sito, l’obiettivo è stato raggiunto. Se la pagina ha l’obiettivo di far iscrivere ad una newsletter e questo avviene entro i 30 secondi, tutto va per il meglio. In questi tre casi le statistiche vi diranno che il cliente è insoddisfatto mentre in realtà ha raggiunto proprio gli obiettivi che si era prefissato.